Deve essere sembrato semplice, per i politici ed i funzionari europei, annunciare ieri il piano di salvataggio per Cipro. Uno dei più piccoli paesi della zona euro era diventato il centro di riciclaggio di denaro per gli oligarchi russi. Il parere favorevole della Germania, nei confronti degli aiuti a Cipro, era una realtà che Angela Merkel non avrebbe voluto dare dal momento che avrebbe visto i contribuenti tedeschi sovvenzionare i miliardari di Mosca, specie in un momento in cui si profilano le elezioni tedesche del prossimo autunno .
Cipro era un caso speciale, si è insistito, e di conseguenza non ci sarebbero effetti negativi a cascata al resto della zona euro.
Il 67% dei ciprioti preferisce aver a che fare con i russi piuttosto che con la troika, e il 91% è deciso a rifiutare gli aiuti europei anche se questo significa uscire dall’euro.
Quella di Cipro è definita oggi “una crisi sistemica” mentre fino a ieri veniva etichettata come una “robina da risolvere in due balletti”. Ma questa piccola isola del mediterraneo si sta rivelando come il fulcro di un un rischioso gioco geopolitico”. L’’Europa ha vicini di confine che potrebbero essere ben disposti ad accogliere i fuggitivi sotto il loro ombrello in cambio di risorse naturali o tecnologiche.
Un quotidiano londinese, definisce il fallimento di Cipro come “Il momento Francesco Ferdinando” dell’Eurozona, paragonandolo all’omicidio dell’arciduca d’Austria a Sarajevo che ha dato il via alla guerra mondiale del 1914.
Uno dei motivi per cui è nato “il sogno europeo” era quello di finirla con le guerre. Purtroppo questo sogno si è infranto contro le ambizioni di esaltati della finanza che potrebbero innescare la scintilla di una ennesima guerra fratricida, questa volta non combattuta sul piano militare..
Ci sono ora due scenari plausibili: il primo è che gli aiuti stanziati dalla troika possano contenere la crisi. Il secondo che la Germania e gli altri paesi della zona euro più intransigenti possano insistere sul fatto che l’affare non potrà protrarsi nel tempo. In tal caso, le banche a Cipro vanno in fallimento, rischiando una diffusa agitazione negli stati meridionali dell’Europa già a rischio, come Spagna, Portogallo, Italia e Grecia.
Il problema è che entrambe le opzioni causeranno problemi politici. Putin che non nasconde le ambizioni russe nei confronti dell’Europa, spinge verso un maggiore controllo, visto che i cittadini russi costituiscono a una gran parte dei 100.000 euro depositati nelle banche cipriote, mentre la Germania, nonostante il suo parere favorevole agli aiuti della troika alle banche cipriote, non può dismettere quell’atteggiamento autoritario che, se abbandonato, le causerebbe seri problemi di tensione interna.
L’alternativa è lasciare che le banche di Cipro prima o poi falliscano. Un “caso speciale”, quello di Cipro che si presenta come un gioco d’azzardo terribilmente grande.
Linkeresti il quotidiano londinese che ha pubblicato l’articolo che richiami? Grazie.
Ciao Carlo! Il link dove ho attinto gran parte delle notizie e delle considerazioni espresse nel mio articolo è questo:
http://www.guardian.co.uk/business/economics-blog/2013/mar/19/cyprus-eurozone-cunning-plan-bank-bailout
Grazie per aver visitato il mio blog!